Se sei un ristoratore con un’attività già avviata in una grande città, quasi sicuramente hai già sentito nominare le dark kitchen. E, molto probabilmente, le temi.
Molti imprenditori del settore della ristorazione, infatti, vedono nelle dark kitchen un nemico da combattere, perchè queste cucine invisibili riescono a fornire pasti da asporto a prezzi molto competitivi dal momento che non devono sostenere le spese a cui solitamente è soggetto un ristorante tradizionale. Come, ad esempio quelle relative alla sala.
In realtà, però, soprattutto se il tuo ristorante è grande e non dehors o spazi aperti in cui ospitare i clienti, la dark kitchen per te può trasformarsi in una vera e propria opportunità.
In che modo?
Semplice, permettendoti ai tuoi piatti di raggiungere i tuoi clienti ovunque essi si trovino.
Attenzione, però, non sto parlando di asporto o delivery dei piatti che già proponi nel tuo menù abituale.
Quello a cui mi riferisco è una proposta pensata esclusivamente per l’asporto, che permetterà ad uno specifico tipo di clienti di gustare i tuoi piatti in qualsiasi luogo, assaporando anche la vera e propria esperienza che si vive all’interno del tuo locale.
Vuoi saperne di più e capire come rilanciare il tuo ristorante grazie alla dark kitchen? Allora non ti resta altro che leggere questo articolo di approfondimento fino alla fine.
Dark kitchen, ghost kitchen e cloud kitchen: qual è la differenza?
Prima di entrare nello specifico e di spiegare perché aprire una dark kitchen può essere un ottimo modo per rilanciare il tuo ristorante e attrarre nuovi clienti, è necessario fare una distinzione e comprendere, innanzitutto, che cos’è una dark kitchen.
Per fare questo è fondamentale capire quali sono le differenze tra le tre tipologie di proposta che spesso vengono confuse tra loro, e associate allo stesso concetto: dark kitchen, ghost kitchen e ultima, ma non per importanza, la cloud kitchen.
Andiamo a scoprire insieme quali sono le differenze iniziando subito con la protagonista dell’articolo, ovvero la dark kitchen.
Cos’è una dark kitchen?
La dark kitchen è una proposta che, solitamente, viene realizzata all’interno di un ristorante già esistente, idealmente in fase di rilancio, la cui cucina viene divisa in due parti: una parte continuerà ad occuparsi della sala, l’altra verrà completamente dedicata al delivery e all’asporto.
Esatto, aprire una dark kitchen nella maggior parte dei casi significa aprire una cucina nella cucina. Questa cucina nascosta offrirà un menù specifico e ben separato e tuttavia completamente in linea con il concept del ristorante principale.
Cos’è una ghost kitchen?
La ghost kitchen, invece, è un ristorante senza sala, ovvero una cucina nascosta che non ha sale interne e posti a sedere. Ghost kitchen, quindi, è il termine esatto per indicare quella che nell’idea comune è una dark kitchen.
Solitamente nella ghost kitchen c’è un unico imprenditore di cucina che crea diversi brand virtuali basati su proposte gastronomiche completamente differenti tra loro, e consegnate esclusivamente tramite delivery.
Una ghost kitchen può essere un ottimo modo per investire nella ristorazione risparmiando, in quanto, all’interno di una ghost kitchen vengono completamente eliminate tutte le spese relative alla realizzazione e alla gestione della sala.
Un esempio di ghost kitchen? Delivery Valley fondata, a Milano da Alida Gotta (ex concorrente di Masterchef) e Maurizio Rosazza Prin.
Cos’è una cloud kitchen?
La cloud kitchen, invece, potrebbe essere considerata il coworking della ristorazione, ed è una soluzione ottimale per chi vuole testare la sua proposta sul mercato, senza però dover sostenere i costi relativi all’apertura di un ristorante.
Nella cloud kitchen un imprenditore apre una cucina già suddivisa in diverse postazioni completamente allestite, che possono essere utilizzate da chi intende lanciare il proprio progetto gastronomico sul mercato.
Di fatto, quindi, la cloud kitchen nasce per permettere agli imprenditori della ristorazione di testare la loro idea di cucina e di farla provare al grande pubblico.
Il fil rouge che accomuna tutte e tre le proposte? Poter gustare i piatti ovunque, con un’unica condizione: questo posto deve essere distante dagli ambienti in cui i piatti sono stati preparati e l’ordinazione deve avvenire via web.
Dopo averti spiegato le differenze tra queste proposte imprenditoriali, che fondono insieme la cucina, la tecnologia e l’asporto, è arrivato il momento di entrare nel dettaglio e di spiegare come funziona una dark kitchen.
Come funziona una dark kitchen?
Come già spiegato nel paragrafo precedente, la dark kitchen è una sezione della cucina di un ristorante preesistente, che viene separata dalla cucina centrale e dedicata completamente al delivery e all’asporto. Il suo funzionamento, quindi, è incentrato principalmente sulla preparazione di piatti che i clienti gusteranno dove vogliono, a casa con gli amici o durante una pausa pranzo veloce in ufficio.
Qual è la differenza tra una dark kitchen e un ristorante che si affida ai classici asporto e delivery?
La proposta.
L’idea della dark kitchen è quella di affiancare al classico menù dei piatti ideati per essere mangiati lontano dal ristorante. Non si tratta semplicemente di offrire un menù da asporto, ma di studiare e cucinare dei piatti che siano progettati per l’asporto.
I 5 elementi da tenere in considerazione se vuoi aprire una dark kitchen di successo
Aprire una dark kitchen potrebbe sembrare un processo semplice, soprattutto se hai già un tuo ristorante. Tutto quello che serve è acquistare altre attrezzature, magari usate, e cominciare a vendere i tuoi piatti tramite le principali applicazioni.
Questo percorso immaginario, però, è molto lontano dalla realtà.
Per aprire una dark kitchen è necessario mescolare insieme 5 elementi che, se sapientemente dosati, ti permetteranno di creare la giusta ricetta per il successo.
Scopriamo insieme quali sono questi elementi.
la location
Nonostante la concorrenza, la location ideale per aprire una dark kitchen è, sicuramente, una città di dimensioni medio grandi. Solamente una città, infatti ti permetterà di delineare una proposta incentrata su bisogni specifici e contemporaneamente di avere un numero di potenziali clienti che sia sufficiente a far funzionare sia la dark kitchen che il ristorante.
Insomma, se il tuo ristorante si trova in aperta campagna o in un borgo di poche anime, molto probabilmente aprire una dark kitchen non è la soluzione migliore per incrementare i tuoi guadagni.
Il concept
Come ho già spiegato nell’articolo Concept del ristorante: cos’è a cosa serve e perchè ne hai bisogno l’ideazione del concept è un elemento fondamentale per il successo di un’attività ristorativa, poichè permette di delineare un’identità unica e ben definita.
Nella realtà della dark kitchen questo studio deve essere ancora più preciso e l’identità maggiormente delineata. .
I clienti che decideranno di ordinare dalla tua dark kitchen desiderano nutrirsi di esperienze, che siano costruite su misura per loro e che possano soddisfare tutte le loro aspettative, anche lontano dalla sala di un ristorante.
Un menù snello e flessibile
Velocità, efficienza e qualità. Ecco quali sono i tre mantra per realizzare una dark kitchen di successo. Il menù di una dark kitchen deve presentare delle proposte snelle, flessibili, veloci e soprattutto, pensate per l’asporto e il delivery. I tuoi piatti quindi, non dovranno adattarsi al packaging e alla modalità di consegna, ma dovranno essere progettati proprio tenendo conto di questi elementi.
Un piccolo consiglio: aprire una dak kitchen non significa necessariamente proporre cibo spazzatura, ovvero hamburger, patatine o pizza. Per poter strutturare il tuo menù devi tenere conto che negli ultimi anni le tendenze del food sono profondamente cambiate, e che si concentrano sempre di più su un’alimentazione sana e sostenibile.
Se vuoi approfondire la questione tendenze nel campo della ristorazione puoi farlo leggendo l’articolo Investire nella ristorazione: le nuove tendenze
La progettazione degli spazi e la scelta delle attrezzature
La progettazione degli spazi interni, degli impianti e la scelta delle attrezzature sono elementi essenziali per il successo della tua dark kitchen. I percorsi interni della cucina devono essere progettati per ottimizzare le tempistiche di lavorazione dei piatti, e per garantire, a te e ai tuoi colleghi, un flusso di lavoro continuo senza problemi di gestione degli spazi.
Anche le attrezzature, ovviamente, sono un elemento essenziale. Per strutturare una dark kitchen funzionale, funzionante e di successo, infatti, è necessario dotarla di attrezzature professionali altamente performanti che ti permetteranno di ridurre i tempi di lavorazione.
Le due parole d’ordine, quindi sono: progettazione e tecnologia, preferibilmente 4.0.
La comunicazione e il marketing
Come farai a farti conoscere dai tuoi potenziali clienti? Perché loro dovrebbero scegliere di ordinare i piatti dalla tua dark kitchen? Il packaging dei tuoi prodotti sarà biodegradabile? Come verrà organizzato il delivery?
Nonostante possano sembrare banali, queste domande sono essenziali per tracciare la tua strada verso il successo. Strutturare delle solide strategie di marketing, magari avvalendosi dei social media, è essenziale per essere competitivi sul mercato.
Ma il marketing da solo non basta. Per poter essere riconoscibile devi strutturare una comunicazione che parli direttamente al cuore del tuo target e che gli faccia venir voglia di ordinare i tuoi piatti, invece di cucinare.
Quanto costa aprire una dark kitchen
Aprire una dark kitchen è una scelta più economica rispetto ad avviare un ristorante completamente da zero, poiché prevede spese minori. Per aprire la tua dark kitchen, come ho già spiegato nel paragrafo precedente, le spese da sostenere saranno relative alla progettazione e alla realizzazione degli impianti, all’acquisto delle attrezzature, alla comunicazione e al marketing.
Spendere meno, però, non significa non spendere nulla.
I prezzi medi per aprire una dark kitchen, infatti, oscillano tra i 50.000€ e i 100.000€ . In queste cifre sono comprese la progettazione e la realizzazione degli impianti e del laboratorio, l’acquisto delle attrezzature e, ovviamente, le prime spese relative al marketing e alla comunicazione.
Come potrai facilmente intuire, però, questi prezzi sono indicativi.
Ad esempio, altri due elementi fondamentali per calcolare il prezzo dell’apertura della dark kitchen sono:
- la presenza di eventuali canoni di affitto o locazione;
- le dimensioni dell’ambiente in cui dovrà nascere la dark kitchen;
- l’eventuale necessità di riorganizzare gli impianti – se sono già preesistenti.
Insomma, per sapere nello specifico quanto potrebbe costare aprire la tua dark kitchen la soluzione migliore è richiedere un preventivo ad un professionista specializzato nella progettazione dei locali commerciali del settore Ho.Re.Ca.
Perché aprire una dark kitchen è una delle migliori idee per rilanciare un ristorante?
Come ben sappiamo, dal 2020 in poi il settore della ristorazione e dell’ospitalità hanno subito un brusco arresto. La paura della pandemia, le nuove norme, le distanze da rispettare all’interno degli ambienti e ultimo, ma non per importanza, l’obbligo di green pass
Soprattutto nelle grandi città dove la maggioranza delle attività non ha un dehor, ma lavora solamente con gli ambienti interni, aprire una dark kitchen può essere una delle migliori idee per rilanciare un ristorante. Perchè?
Semplice, perché affiancare alla classica proposta di ristorazione un servizio basato sull’asporto e sul delivery significa raggiungere ovunque i propri clienti e permettere loro di gustare la tua cucina liberamente, ovunque desiderino, senza nessun vincolo.
Vorresti rilanciare il tuo ristorante comprendendo la dark kitchen all’interno della tua proposta?
Non aspettare ancora